Viviamo in un mondo di adulti?
Complice la maturità e l’avvicinarsi per me di un traguardo anagrafico importante, oltre a una sensibilità innata, mi sorgono delle domande anche solo sfogliando una rivista, vedendo una pubblicità in TV, leggendo un libro, passeggiando per strada.
In questo caso si tratta della promozione di seminari da parte di una casa editrice importante nell’ambito del management. Vero è che, con la pandemia e il nuovo sentire, temi legati al wellness si stanno diffondendo in modo importante almeno a livello di convegni, ma arrivare a proporre corsi di formazione su coraggio, assunzione di responsabilità, ecc. mi sembra veramente troppo.
Seminari Verso la responsabilità - Un percorso formativo
Come vengono proposti questi corsi?
Vediamo un paio di esempi:
Assunzione di responsabilità:
L’uomo è un essere vivente. Appartiene alla natura. Ma ha anche sviluppato la capacità di modificare la natura. Per questo sull’essere umano ricade la responsabilità di proteggere e curare l’ambiente di cui fa parte. Assumersi responsabilità significa non contentarsi della ragione, facendo invece appello alla saggezza. Alla scintilla della propria coscienza. La responsabilità chiama in causa ogni essere umano, senza offrire scappatoie.
– Newsletter casa editrice ESTE
Coraggio:
Il coraggio di assumersi responsabilità. Diciamo spesso ‘ci saranno le persone responsabili’, diciamo: ‘responsabile’ come sinonimo di ‘capo’. Ma una organizzazione funziona bene, e si costruisce un buon clima di lavoro e si ottengono risultati, solo se ognuno si fa carico di una propria quota di responsabilità. Per questo ci vuole coraggio. Coraggio per non tirarsi indietro, coraggio per non offrirsi alibi, coraggio per mettersi in gioco. Perciò l’antica virtù del coraggio è il primo volto della responsabilità. Il ‘trovare il coraggio’ è il primo passo nel cammino verso la responsabilità.
– Newsletter casa editrice ESTE
La nostra società, la nostra cultura – la migliore che ci sia al mondo secondo noi – ha bisogno di educare gli adulti a temi che sono parte dell’essere umano e che dovremmo assorbire dal latte materno, dall’educazione in casa e a scuola, in comunità (comune, chiesa, associazioni, etc.) negli anni che ci preparano alla vita pubblica!?
Sembra che la nostra società non sia in grado di prepararci a farci strada nel mondo.
Capisco il business, l’attenzione alle soft skill almeno a livello di convegni, ma pretendere con un corso di poche ore di insegnare il coraggio a … Don Abbondio mi sembra veramente troppo, anche per Milano, dove notoriamente si offre di tutto e per la maggior parte dei casi almeno all’inizio c’è spazio per tutto.
Non discuto sull’importanza delle tematiche e sulla opportunità della riflessione sulle stesse.
Discuto sul fatto che si possano insegnare con un corso (e mi occupo di education in modo professionale da sempre, visto che una parte della consulenza di management comprende anche questo strumento) e discuto sul fatto che si debba insegnare a persone adulte.
I nostri antenati imparavano queste competenze dai padri, dalla comunità, andando a caccia, mettendosi alla prova con i riti di passaggio all’età adulta. Noi che dovremmo aver fatto dei passi in avanti in realtà abbiamo minato alcune delle basi che rendono forte una comunità. Questo è quello che leggo e interpreto da queste iniziative e mi fa tanta tristezza.
Il mio carattere è stato formato dai miei genitori, abbastanza anziani per l’epoca (mi avevano avuto dopo i 30 anni), con un’infanzia difficile e povera (avevano vissuto gli anni della guerra, mia mamma veniva dalla montagna, mio padre era rimasto orfano di padre a 3 anni e la madre non si era risposata), poche scuole, tanto sacrificio. La determinazione, il coraggio, la responsabilità li ho assorbiti da loro. Non si parlava, non si usavano termini colti – non si diceva “oggi ti insegno la responsabilità”. In realtà la responsabilità l’ho assorbita senza capirla all’inizio, ma l’ho appresa.
Cosa insegna tutto ciò? Che anche nella formazione ci sono dei metodi. In particolare, quello esperienziale prolungato – il training on the job – è quello che serve in alcuni casi. In più ci devono essere le condizioni perché la formazione abbia successo. Alcuni temi si imparano e quindi vanno insegnati quando il terreno è fertile. Insegnare ad essere responsabile ad un giovane di 40 anni dopo una vita spesa irresponsabilmente … beh proviamo ad andare in carcere e lavorare fianco a fianco con qualche detenuto.
Insomma, non voglio scomodare la saggezza antica magari tramandata al popolo tramite detti e proverbi, ma ci vorrebbe proprio!