Non ne posso più del networking! Anche tu?
Sono una networker della prima ora, anzi un’antesignana. Ho anche scritto un libro di stile anglosassone in cui propongo un metodo di fare networking non “buonista”, non “new age”, non troppo “emotivo”, bensì come competenza di business al pari di saper parlare in pubblico, gestire una riunione, far coaching ai collaboratori… Trovate su questo blog anche una serie di articoli sull'uso del networking per cercare lavoro, per esempio Cambiare lavoro grazie al Networking.
Ebbene ora non ne posso più di sentir parlare e scrivere di networking. Tutti ne parlano e credono di poterne parlare a ragion veduta. Molti ne scrivono anche. Molti lo propongono come la panacea per risolvere tutti i mali a partire dalla disoccupazione e quindi come metodo quasi unico di cercare lavoro.
Non sono d’accordo.
Non sono d’accordo perché:
- generalizzare non va mai bene
- se non si è capaci si rischia di rovinarsi subito la reputazione e venir scoperti come degli opportunisti seriali
- non si può chiedere a tutti di risolvere i propri problemi
- non abbiamo così tanto tempo da perder in chiacchiere
- la generosità non è così diffusa e soprattutto perché non si può pretenderla dagli altri se non la si pratica in prima persona.
Insomma, sono stufa. Ma prima di chiudere questo capitolo e rifiutarlo, a volte sono un po' estremista nelle posizioni che prendo, ho trovato un articolo che propone una prospettiva un po' diversa e che merita di essere condivisa. L’articolo è della Columbia Business School ed è intitolato Networking for a job? Try this instead.
L’articolo a sua volta commenta il libro di William Duggan intitolato “The Seventh Sense” che propone un metodo chiamato “idea networking”
1. Si tratta di trovare un’idea da proporre per ingaggiare l’interlocutore a partire dai propri interessi, i propri punti forti, le proprie aree di competenza. L’idea va proposta come una domanda, del tipo – se mi occupo di AI – dove pensi ci porterà l’AI nel campo della sanità da qui a 5 anni: sono un ingegnere biomedico esperto di dati e sto cerando un’opportunità in un ambito di sviluppo…
2. Cercare una persona cui porre la domanda, non cento a cui presentarmi e non parlo di voler cercare lavoro ma propongo la domanda
3. Oltre a raccogliere gli spunti, allargare la cerchia di persone a cui porre la domanda facendomi aiutare dal mio primo interlocutore che mi darà mediamente 3 contatti che a loro volta me ne daranno tre… idealmente. Fino a trovare uno che sarà impressionato dal fatto che sto facendo funzionare il cervello attorno a un’idea anziché elemosinare un posto.
Bello no?
Secondo me le aziende già da decenni lo fanno per lo sviluppo del business quando propongono delle ricerche. Vedi per esempio gli osservatori del Politecnico… e aziende di consulenza di direzione in cui ho lavorato in passato… Quindi niente di nuovo sotto il sole a parte il pensiero laterale: applicare ad ambiti diversi ciò che si conosce e si applica in un ambito noto.
Questo esercizio dobbiamo cominciamo a saperlo fare molto bene di qui in avanti… per sopravvivere!
Per esempio, pensate di volervi porre sul mercato non alla ricerca di un lavoro a tempo indeterminato. ma di proporvi come consulente. Quale metodo migliore porre un tema, una domanda, un punto di vista per “attaccare bottone” e farvi apprezzare professionalmente prima ancora di aver raccontato il vostro back-ground?
Per approfondire come fare networking, come proporvi come consulente, come “vendervi al meglio”, come cercare lavoro, non esitate a contattarci scrivendoci su info@goodgoing.it.