All'estero per cambiare vita e non solo cambiare lavoro
Ci possono essere situazioni in cui si è costretti a fuggire. Non intendo per guerre, epidemie o che altro, ma se pensiamo a un medico radiato dall’Albo, a un avvocato implicato in “Mani pulite”, in questi casi, cioè in casi estremi, si può proprio pensare di nascondersi all’estero.
Mi è capitato 25 anni fa in Madagascar di incontrare un piccolo gruppo di Milanesi che avevano impiantato un ristorante a Nosy be. Facendo banalmente 2+2 è stato facile desumere che uno o più di loro non avrebbe potuto continuare a svolgere la propria professione in Italia e quindi pur non pensando di poterla svolgere all’estero, se ne è partito con pochi intimi amici… e ha cambiato vita.
A volte può essere troppo tardi: in questi casi non si può neanche più “fuggire”, ad esempio se si rimane implicati in vicende giudiziarie che prevedono il carcere o la libertà vigilata. In questo caso, capitato a Gianpiero, l’opzione estero non era possibile quindi, onde non aspettare anni, si è cercata una strada diversa ma pur sempre in linea con le competenze pregresse.
A volte il cambio vita è legato più a temi di vita familiare, anzi di coppia, che non altro. Il caso di Massimiliano è emblematico. Giovane (entro i 35 anni intendo), non laureato, proveniente da esperienze in ambito informatico presso clienti importanti, ma per il tramite di aziende non di primaria importanza. L’uscita da un’azienda in cui, alla fine, era entrato come dipendente coincideva con una crisi familiare, nonostante 3 figli e un’educazione “da oratorio”.
Che fare?
Beh! dopo un po’ si scopre che Max non solo si prepara per andare in Inghilterra, ma vuole andare a Manchester (che non è proprio il Bengodi per il lavoro!). Ci prepariamo con l’Inglese, la possibilità di un supporto remoto via Skype, facciamo un colloquio in lingua, troviamo un corso per migliorare la lingua….
Chi lo aspettava a Manchester? Una donna, una ex collega per cui ha avuto uno sbandamento.
Per fortuna nel frattempo si sono aperte delle opportunità a Milano e nonostante la separazione è rimasto qui.
Ora lavora e ha un suo nuovo equilibrio personale, cosa non da poco visto cosa ha passato un paio di anni fa….
In questo caso la vicenda giudiziaria, che si è sovrapposta a quanto sopra, lo ha bloccato ed è stato un bene! Non dal punto di vista morale o che, ma proprio per rallentare e riflettere sul senso di quel passo.