Il tuo profilo LinkedIn per cercare lavoro in 4 passi

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Linkedin: per chi cerca lavoro

L'uso di Linkedin e il tuo stesso profilo saranno diversi a seconda che tu cerchi un nuovo lavoro o che tu cerchi clienti perchè sei un consulente, un professionista, un imprenditore.

Vediamo il primo caso: sei una persona che tiene al lavoro e non disdegni di valutare anche solo passivamente nuove opportunità oppure sondi il mercato senza fretta ma con un certo interesse.
Vivi e lavori in Italia, o comunque qui mi ti vuoi muovere.

Innanzitutto, che lingua usare: italiano o inglese?

Logica direbbe italiano, eventualmente entrambi.

Si interagisce nella lingua del post o dell’annuncio di lavoro o del messaggio: italiano con italiano, inglese con inglese.

E il profilo?

Una volta c’era solo l’inglese e i pigri hanno tenuto solo quel profilo. A volte l’inglese serve per posizionarsi a livello internazionale o in una cerchia di persone per cui usare l’italiano o l’inglese è sostanzialmente indifferente, è quindi un messaggio implicito quello di dire scrivo in inglese perché lo so, lo uso e ho anche una esperienza e una mentalità internazionale.

Il profilo deve essere completo in tutte le sue parti e coerente: lo sfondo (non bianco o color carta da zucchero come in questo periodo), la tua foto, l'header, l'about.

Queste prime parti sono le più importanti perché sono quelle che vengono visualizzate sempre, se non le uniche visualizzate (a seconda di come setti i parametri privacy verso le tue connessioni). Anche lo sfondo deve dire qualcosa di te.

Esperienze: non un cv, ma di sicuro le aziende e i ruoli ricoperti con un minimo di descrizione. Non tutti conoscono l’azienda per cui lavori, non tutti i titoli di ruolo sono autoesplicativi (nessun titolo di ruolo lo è in realtà). Nessuna informazione riservata, mi raccomando o dettagli da lasciare eventualmente per altri parti del profilo (come ad esempio i progetti).

Mentre nel cv si mettono dei dettagli (come i risultati o le realizzazioni qui non è consigliato).

Mentre il cv in Italia deve essere completo per quanto attiene alla cronologia, qui si possono anche trascurare i primi incarichi se la storia professionale è particolarmente lunga…

E poi ci sono le altre parti:

  • Education
  • Skills and endorsements
  • Recommendations
  • Accomplishments
  • Interests.

Queste parti da noi sono ancora considerate di minor conto, mentre in altri paesi è il contrario.

In UK da anni se non hai almeno 15 recommendations non ti presenti bene.

Se hai dei punti di forza evidenti negli skills devi avere almeno 99+ endorsements sullo specifico skill, lo sapevi? Io stessa l’ho scoperto e notato di recente.

Se ti muovi in un contesto internazionale anche il Latino potrebbe essere una lingua tra quelle da evidenziare, e così via.

In questo come in altri temi di marketing/branding ci sono delle posizioni e degli stili in parte soggettivi. Certo è che una persona di esperienza può motivarti e farti riflettere su vari aspetti e punti di vista in modo da trovare la chiave del tuo miglior profilo (sempre rispetto all’obiettivo). E questo è il nostro ruolo come career coach di GoodGoing! Career Empowering.

L'obiettivo: cercare lavoro

Ecco, l’obiettivo: qui si tratta di evidenziare quanto siamo competenti per aspirare ad un certo ruolo in azienda.

Basta un profilo ben fatto? No, ma è un ottimo punto di partenza e non si fa in un’ora, credetemi.

E poi? Non basta esserci per essere notati.

Può essere utile ricostruire il tuo network anche appartenenti al passato degli studi o delle prime aziende per cui hai lavorato. L'importante è includere persone che conosci veramente. Un selezionatore potrebbe valutare la dimensione e la qualità della tua rete, ci hai mai pensato?

Può essere utile visionare giornalmente i jobs e rispondere subito.

Può essere utile seguire aziende target e gruppi o persone (in interests) con le nostre stesse competenze, nel senso di leggerne i post ed eventualmente commentare. Poco tempo fa si consigliava di condividere, oggi si consiglia di commentare e di coinvolgere altre persone proprio come se si stesse dialogando…

Sì alla professionalità: Facebook è un altro social (almeno per ora).

No all’egocentrismo: autoincensarsi per aver tenuto un webinar… fossimo su Fb ok, su LinkedIn è controproducente.

Consigliato dare un contributo anche in termini di conoscenza: condividere consigli, informazioni di utilità nell’ambito che professionalmente vi contraddistingue.

Consigliato interagire in positivo sempre, altrimenti meglio desistere!

Informazioni sull'autore
Cristina Gianotti
cristina.gianotti@goodgoing.it
Cristina Gianotti si occupa da oltre quindici anni di Coaching - Career, Executive e Business Coaching – a supporto di: manager, professionisti, imprenditori interessati a investire su stessi e sulla propria crescita professionale. Viene da un background di consulenza direzionale, management e imprenditoria. Nel 2016 ha pubblicato il suo primo libro "E' facile cambiare lavoro se sai come fare" con bookabook. Nel 2018 il suo secondo sul networking: "Connecting Dots: il networking, questo sconosciuto".

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