"Il minimalista" di "Miss Minimalist" Francine Jay
Il minimalismo è una moda, uno stile, una filosofia, … Cos’è?
Magari non interessa inquadrarlo e darne una definizione precisa, quando si è comunque curiosi come nel mio caso. Ho letto diversi libri di recente sul riordino, in particolare di autori giapponesi.
In questo caso ho trovato il libro in un mercatino e quindi con pochi euro mi sono detta "Perché no?" Al massimo lo rivendo o lo regalo. In realtà questo libro si è rivelato un buon acquisto. Direi un ottimo acquisto, infatti l’impostazione all’americana paga (almeno con me).
Il libro
Si inizia con la "filosofia", per poi fornire la “streamline”, cioè un metodo molto concreto – nel più puro stile americano - con cui procedere. Il metodo è applicato alla casa e quindi il capitolo successivo fa un affondo su alcune parti della casa come le stanze (“stanza per stanza”). Alla fine però si parla di "stile di vita".
L'applicazione alla casa
A dir la verità il libro mi è talmente piaciuto che l’ho applicato, complice il periodo estivo: meno lavoro giornate più lunghe. Mi sono dedicata del tempo, ho iniziato da una delle mie case e stanza per stanza ho cercato di applicare la streamline, a cui rimando ovviamente per non svelare tutto del libro, quasi fosse un “giallo”.
Sono partita dal bagno che è tra le stanze più semplici, per poi passare alla stanza da letto, anche questa abbastanza facile. Certo bisogna aver voglia di fare ordine e di disfarsi di quello che non serve.
Sarò trasparente: non sono una consumista, in genere conservo e uso vestiti vecchi di decenni. Ciò detto, c’è comunque qualcosa da scartare per donarlo, riciclarlo o proprio buttarlo.
Credetemi vale anche per una persona old style come me.
Il beneficio è quello di accorgersi di avere più spazio di quello che si crede e di “controllare” quello che si ha … anche se – per essere del tutto sinceri – di recente ho cercato dei vecchi occhiali, perché quelli che porto di sono rotti, e non li ho trovati ☹.
L'applicazione al lavoro
A me serve ed è servito in particolare questo aspetto del controllo, di quello che ho, di quello che non ho, di quello che serve e di quello che è solo zavorra.
Primo spunto di riflessione “professionale”
Questo aspetto che ho messo in pratica nel riordino della casa va benissimo applicato anche alle carte dell’ufficio, alla documentazione sia cartacea che digitale in ambito professionale sul nostro PC, sul nostro Google Drive, etc., in modo da poter recuperare quanto serve nella versione più aggiornata e in velocità.
Secondo spunto di riflessione “professionale”
Mettere ordine in quanto si è fatto nella propria vita professionale è quanto viene chiamato in gergo “bilancio delle competenze” ed è il primo step consigliato, quasi “obbligatorio”, per ragionare sugli obiettivi futuri per cambiare strada o proseguire su quella delineata progredendo.
In questo caso gli oggetti sono i progetti, degli eventi particolari, delle presentazioni, degli studi, le tante diverse “cose” che caratterizzano ciascuna professione. Io uso il termine “realizzazione”, in inglese “achievement” per questi esempi concreti di cosa uno sa fare. Ce ne sono tanti. Prendiamone uno significativo per ciascuna delle “cose” che sappiamo fare e che ci caratterizzano dal punto di vista professionale e “inventariamolo”.
Terzo spunto di riflessione “professionale”
Quando si vuole cambiare si deve avere un obiettivo e mettere a punto un piano composto di passi.
Vale nello sport, nel lavoro, in qualsiasi attività complessa, come mettere in ordine una casa in cui si vive.
Dal punto di vista del minimalismo applicato alla casa, l’obiettivo è guadagnare spazio e lavorare di meno per tenere in ordine la casa in modo che sia piacevolmente vivibile per tutti i familiari.
Nel caso dello sviluppo professionale, l’obiettivo è quello di avere maggior soddisfazione e/o guadagnare di più, ma tale definizione non basta. Si deve concretizzare l'obiettivo in termini di azienda, ruolo, ambito, mercato, tempo, RAL, etc. tanto per fare un esempio di cambio di lavoro come dipendente. E poi serve un metodo come la “streamline” che questo libro ci suggerisce e da applicare in ogni stanza. Nel caso relativo al lavoro si tratta anche qui di individuare le varie competenze forti (le stanze) e metterle in ordine, cioè valorizzare per presentarle al mercato.
Per valorizzare una competenza bisogno definirla e sostenerla con degli esempi fattuali.
Poteri continuare: quando uno è appassionato del proprio lavoro - come lo sono io nel caso del supporto a persone che si vogliono reinventare/valorizzare - ogni occasione può dare spunto per trovare qualcosa di insolito da applicare o utile per spiegare cosa serve fare.
Buona lettura quindi e soprattutto buona pratica!
La teoria senza la pratica in questo caso – casa o lavoro – rimane sterile.