Curriculum vitae: interessa di più una struttura o un racconto?

CV, racconto o struttura

Il Curriculum vitae è un documento formale di comunicazione professionale

Lo stile consigliato è quindi quello che si usa in azienda. Non lo stile della Pubblica Amministrazione e non lo stile del diario. Il giusto mezzo.

Non si tratta di raccontare la propria vita con commenti e riflessioni, ma di esporre dati e fatti.

I dati:

  • I dati sono l’azienda per cui uno lavora o ha lavorato
  • I dati sono i ruoli ricoperti nelle diverse aziende o in diversi periodi all’interno della stessa azienda.

I fatti:

Andiamo con ordine:

Sono un lavoratore occupato in un’azienda e sto proponendomi a un’altra azienda. E’ rilevante indicare dove presto la mia opera e quindi l’Azienda per cui lavoro. Il nome dell’azienda va quindi fatto. Non vedo motivo di tenerlo riservato. A maggior ragione vanno indicate le aziende per cui si è lavorato negli altri periodi della propria vita.

L’azienda può essere più o meno nota e ciò può variare anche a seconda dell’interlocutore. E’ quindi meglio indicare il settore in cui opera l’azienda, il portafoglio d’offerta e alcuni parametri dimensionali che, in molti casi, sono il fatturato e i dipendenti, nonché la distribuzione geografica. A maggior ragione se nel corso della mia esperienza lavorativa ho lavorato sia per aziende maggiori note a tutti, sia per aziende minori o di nicchia, è proprio opportuno indicare qualche elemento distintivo della singola azienda.

Lavorare per certi tipi di aziende ci può distinguere, un pò come l’aver frequentato certe scuole. Ci sono aziende che sono considerate “scuole” nel loro settore: per esempio Procter & Gamble nel marketing dei beni di largo consumo, IBM nell’informatica, Accenture nella consulenza, …. In genere ciò si applica alle grosse aziende. Il citarle ci posiziona automaticamente nel mercato.

Il Ruolo: non c’è un nome di ruolo che sia univoco. Le aziende hanno il loro gergo, ma anche facendo riferimento a termini che sembrano standard, uno standard non esiste.

Meglio quindi indicare un titolo di ruolo (non in stretto gergo aziendale) e poi indicare le attività/responsabilità relative, nonché il contesto organizzativo in cui si è inseriti: il capo, i colleghi, i collaboratori, le interfacce interne con le altre funzioni aziendali, i clienti, i fornitori e i partner. Utile, quando possibile, indicare i numeri. Le aziende capiscono e ragionano per numeri, quindi, quando è possibile, indicare le responsabilità in termini di persone, clienti, budget, etc..

I ruoli che abbiamo ricoperto ci distinguono anch’essi, specie se si tratta di una serie di ruoli nella stessa funzione o comunque secondo un filo logico.

Ma quello che ci distingue sopra tutto – e che quindi conta in termini competitivi – è quello che abbiamo fatto, cioè i Fatti. I fatti come un progetto che abbiamo proposto o gestito o a cui abbiamo contribuito, oppure una trattativa che abbiamo portato a termine con successo, o una negoziazione. O un nuovo cliente, o una proposta tecnica innovativa “nostra”. Si tratta di casi di successo e tutti – a ogni e a qualsiasi livello – ne hanno!

Tali storie parlano di noi, proprio di noi e quindi ci distinguono!

Non si tratta di raccontare tutto quanto abbiamo fatto, basta un esempio per ogni cosa che sappiamo fare, non tanti esempi della stessa “capacità”. Si tratta di storie, ma non si devono raccontare come si racconterebbe una storia in termini di stile! Si tratta sempre di un ambito aziendale, quindi anche tali storie vanno illustrate usando numeri, benefici per l’azienda, ecc.. E soprattutto il linguaggio deve essere comprensibile ai più. I più non sono l’”uomo della strada”, come si dice, ma una persona di cultura media e aziendale, visto che sarà lui/lei a leggere il mio cv. Non il nostro capo o persona analoga, non una persona del nostro stesso settore necessariamente o con il nostro livello di cultura tecnica specialistica. Quindi attenzione! se il cv serve per comunicare, le parole per esprimere i concetti vanno scelte una ad una….

Informazioni sull'autore
Cristina Gianotti
cristina.gianotti@goodgoing.it
Cristina Gianotti si occupa da oltre quindici anni di Coaching - Career, Executive e Business Coaching – a supporto di: manager, professionisti, imprenditori interessati a investire su stessi e sulla propria crescita professionale. Viene da un background di consulenza direzionale, management e imprenditoria. Nel 2016 ha pubblicato il suo primo libro "E' facile cambiare lavoro se sai come fare" con bookabook. Nel 2018 il suo secondo sul networking: "Connecting Dots: il networking, questo sconosciuto".

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