Tante informazioni, ma nel Curriculum vitae é questione di scelta e di priorità
Tante volte, anzi quasi sempre, si leggono una serie di informazioni all’inizio del curriculum vitae che in realtà non sono fondamentali per conoscere professionalmente chi sta scrivendo. Mettiamo all’inizio informazioni del tutto accessorie invece che andare al punto e presentarci nel migliore dei modi! E nel mondo del lavoro il migliore dei modi è “cosa so fare”. Detto ciò, che corrisponde all’esperienza professionale, il resto è accessorio.
L’accessorio è importante: se siamo donne basta pensare agli accessori nell’abbigliamento! Se siamo uomini pensiamo al valore di una bella cravatta o di un orologio di lusso o pregiato, un’auto fuoriserie, uno smartphone ultimo modello. Ma si tratta pur sempre di accessori, che vanno sì indicati, ma non a scapito di quanto è prioritario.
Gli accessori sono:
- i dati anagrafici
- gli studi
- la formazione
- le competenze informatiche
- le competenze linguistiche
- gli interessi personali come hobby o attività extralavorative
- le condizioni particolari come: CIG, mobilità, ASPI, NASPI, categoria protetta
- la liberatoria sulla privacy.
Le informazioni “accessorie” le scriviamo comunque in un cv, quindi attenzione: in ogni punto del cv si deve essere accorti e pensare a ciò che è utile in ottica aziendale / professionale.
La formazione
Tra un corso e aver usato una competenza è meglio la competenza: tra scrivere che ho fatto un corso di inglese e scrivere nelle esperienze di lavoro che mi interfaccio quotidianamente a voce e per iscritto con i colleghi dell’headquarter in UK, meglio il secondo. Idem per un corso di project management: tra aver gestito un progetto secondo metodologie standard e un corso, meglio il primo. Va bene però indicare le certificazioni delle competenze acquisite tramite esami. Se poi una persona ha speso diversi anni in una multinazionale, si assume implicitamente che abbia seguito la formazione aziendale prevista per il percorso di carriera fatto e quindi i corsi potrebbero essere ridondanti. In questo caso è quindi consigliabile indicare l’aggiornamento professionale continuo in sintesi o addirittura non indicare niente.
Anche nell’ambito della formazione ci sono priorità diverse: di sicuro i corsi indicati devono essere recenti – visto che sul mercato ci poniamo per quello che possiamo esprimere oggi – e devono essere rilevanti: corsi di uno o due giorni rispetto a percorsi maggiori possono essere tralasciati. Altra considerazione va fatta sulla scuola erogatrice: un corso in Bocconi magari è di maggior prestigio rispetto a un corso di una scuola locale.
Le competenze linguistiche
Le competenze linguistiche diventano sempre più importanti: oggi è necessario almeno l’Inglese, ma sta diventando sempre più richiesta anche una seconda lingua europea. Se poi siamo così giovani o visionari da aver già appreso una lingua orientale… meglio ancora! E ora ci si concentra sul cinese anziché sul giapponese, mi raccomando!
Per i corsi sulle lingue vale quanto sopra per i corsi, a meno che non si possa indicare il livello conseguito attraverso esami standard (es. A1, B1, C1).
Le competenze informatiche
Anche le competenze informatiche sono un “must”: almeno gli strumenti di produttività individuale (ad es. MS Office) e l’uso della posta elettronica e del web. Sul resto, alcune indicazioni possono fare la differenza come, per esempio, per un responsabile acquisti o un contabile saper usare un gestionale come SAP.
Gli interessi personali
Per quanto attiene gli interessi personali sono dell’idea che se una persona ha una passione per uno sport, una disciplina, una lingua, un autore, etc. questo vada indicato per “distinguersi” ed essere “se stessi”. Ovviamente con accortezza: alcune informazioni sensibili – come la religione o il partito politico – è utile evitarle in modo esplicito. E’ vero che tali informazioni saranno lette in ottica aziendale, ma è anche vero che saranno lette da un’altra persona e le persone parlano alle persone nel bene e nel male!
Alcuni incarichi poi, magari in un’associazione di volontariato, possono dimostrare competenze ulteriori che il ruolo attuale non prevede e quindi sono un utile completamento alla mia presentazione!
I viaggi, le trasferte, i trasferimenti
La flessibilità si legge anche attraverso la disponibilità alla mobilità. Ovviamente tale flessibilità deve essere coerente con le responsabilità. Ci si aspetta che maggiore è la responsabilità in azienda maggiore sia la disponibilità alla mobilità ed eventualmente al trasferimento in generale. In ogni caso lascerei tale informazione alla lettera di presentazione o addirittura al colloquio di selezione.
Il contratto e il livello contrattuale, lo stipendio
Le informazioni relative al “prezzo” le lascerei al colloquio di persona. Il livello di responsabilità e lo spessore del profilo si deve evincere da quanto indicato nel cv, ma i dettagli vanno meglio esposti conoscendo la situazione e il contesto.
Lo stato in CIG o in mobilità, ASPI, oggi NASPI
Purtroppo sempre più persone oggigiorno si affacciano al mercato del lavoro “indotti” da politiche aziendali che prevedono il conferimento di ammortizzatori. Dal momento che tale informazione è innanzitutto un’informazione con un risvolto economico per l’azienda, in termini degli sgravi fiscali previsti dalla legge, quella dello stato di CIG, CIGS o mobilità, ASPI, NASPI è un’indicazione da dare senza indugio. Verremo comunque selezionati per la nostra professionalità, ma in short list potremmo essere preferiti per tale condizione, quindi….
L’appartenenza alle categorie protette
L’appartenenza alle categorie protette è un’altra condizione che va indicata per le motivazioni di cui al punto sopra. In più le aziende hanno dei vincoli in merito al numero di dipendenti appartenenti alle categorie protette in relazione all’organico complessivo, quindi anche qui indicare la propria condizione senza problemi.
Le referenze
Le referenze? NO! Le referenze in Italia normalmente non vanno fornite contestualmente al cv, a differenza di altri paesi europei come per esempio la Svizzera. Quindi lasciamo il tema al colloquio e al processo di selezione.
L’autorizzazione al trattamento dei dati secondo le leggi sulla privacy
In Italia abbiamo da anni una legge che salvaguarda i nostri dati personali, ciò si applica ovviamente a quanto contenuto in un cv. Meglio indicare una nota di liberatoria in base alle leggi e ai decreti legislativi correnti, piuttosto che aspettare che ce lo chiedano. E’ un segno di accuratezza e di professionalità anche questo.
L’eleganza la fanno i particolari, gli accessori devono essere pochi e di valore…. Anche in questo campo vale questa regola: alle informazioni di cui abbiamo detto diamo il giusto peso: in fondo al cv, dopo l’indicazione delle esperienze lavorative, e in non più di ¼ di pagina!