E’ facile cambiare lavoro se sai come fare
Ho concepito il mio primo libro - che è stato poi pubblicato nel 2016 - durante la crisi finanziaria e poi globale dei primi anni dieci. L’avevo scritto per dare un segnale di speranza alle persone in cerca di un lavoro, anzi il “loro” lavoro, in un periodo difficile, condividendo la mia esperienza personale e quella maturata supportando centinaia di persone in quasi 15 anni come Career Coach. Chi ha avuto l’occasione di leggerlo - o chi l’avrà - troverà ispirazione, sì ispirazione e anche molta concretezza.
Infatti, il testo si snoda su quattro punti che sono:
- Dell’Essere
- Del Cercare
- Dell’Emigrare
- Dell’Intraprendere.
Dell’Essere: il lavoro non è tutto, ma è molto per le persone comuni. Non voglio quindi dire che una persona è il suo lavoro, anzi, ma partire da sé è senz’altro il modo migliore per porsi sul mercato. Partendo quindi dal curriculum vitae, che per tutti sembra essere fondamentale per porsi sul mercato, arrivo ad approfondire cosa serve sapere di sé per proporsi e come lo si fa.
Del Cercare: cercare non è rispondere a un annuncio. C’è un mondo che pochi conoscono e alcuni fraintendono.
Dell’Emigrare: è un’opzione, sempre valida e che ci riguarda tutti.
Dell’Intraprendere: intraprendere è tutto, sia in termini di ricerca sia in termini di creazione. Arriva un momento nella vita in cui alcuni non devono più cercare da altri il lavoro, ma crearlo per sé e per gli altri.
Come è nato il libro?
Durante un workshop avente per argomento il passaggio “Da manager a imprenditore”, avevo invitato tra i relatori una persona che lo aveva seguito anni prima nella sua evoluzione da lavoro dipendente a lavoro autonomo. Una persona che a cinquant’anni era stata considerata in esubero dalla solita multinazionale per cui aveva lavorato per quasi tutta la vita. Cosa disse, tra le altre cose, questa persona - Carlo - durante la sua testimonianza a un uditorio di persone in cerca di ispirazione?
Un anno fa ero seduto dove siete voi adesso e ho sentito la storia di uno come me… E mi sono detto: se ce l’ha fatta lui posso farcela anch’io! Questo semplice momento ha scatenato il cambiamento.
– Carlo
Ho quindi individuato una serie di persone tra i miei clienti, le mie conoscenze, le mie amicizie, i miei ex colleghi di studio e di lavoro e le ho guardate con gli occhi del lavoro, del cambiamento, del fallimento, dell’evoluzione. Ho poi condiviso con loro il mio progetto e ho raccolto una prima serie di informazioni usando un questionario per partire da una base comune. Dal questionario ho tratto spunti e una selezione di storie su cui sono tornata con le interviste che riporto nel libro, e che ho adattato per evidenziare ora un punto, ora un altro.
Perché bisogna imparare a cercare il lavoro
Il mondo del lavoro sta cambiando in modo strutturale. La disoccupazione crescente tra varie categorie di persone è sotto gli occhi di tutti e non è un fenomeno contingente legato a un evento (la “crisi”) destinato a concludersi, ma è l’espressione di un modus vivendi che si sta ormai instaurando nella maggior parte della popolazione (dai “baby boomers” in poi) nel mondo occidentale: periodi di occupazione, periodi di disoccupazione, periodi a tempo pieno, periodi part-time. Nuovi modelli si stanno affermando: lavoro da casa o da luoghi “altri” come i coworking, collaborazioni multiple, lavoro professionale, iniziative in proprio e simili.
Il problema del lavoro in Italia è - anche - dovuto a un atteggiamento “passivo”, di attesa e di domanda verso le Istituzioni e la società, piuttosto che di presa in carico e di auto attivazione verso la soluzione del problema stesso. Inoltre, non esiste la consapevolezza del fatto che oggi non vi è più il “lavoro per tutta la vita” - sempre lo stesso -, ma bisogna continuare a preoccuparsi in prima persona della propria “employability”.
L’uomo (comune) per sua natura è dotato di intraprendenza e di innovatività da spendere, anche sul fronte del lavoro, in termini di creazione di nuove opportunità per sé e per gli altri.
Come cittadina italiana quindi ho ritenuto di dover/poter dare un contributo a livello italiano, dimostrando che anche la persona normale (non solo “il figlio di…”, il “raccomandato”, il “prestanome”) può, e quindi deve, trovare, cambiare, creare lavoro facendo leva su caratteristiche di intraprendenza e innovazione, che sono requisiti umani.
Mi sono proposta, in modo sperimentale (oltre che teorico), di dimostrare che la persona comune di fronte alla situazione di difficoltà, di immobilismo percepito, di insoddisfazione o di mancanza/perdita del lavoro può e deve consapevolizzare se stessa, responsabilizzarsi e cercare e/o creare una soluzione.
La consapevolezza che la propria “employability” è a carico dell’individuo innanzitutto - riguarda il presente e il futuro. Il mondo del lavoro è ormai caratterizzato dall’evoluzione continua dell’attività professionale e non da un “lavoro per tutta la vita”.
Il ruolo di GoodGoing!
Imparare a cambiare lavoro è quindi una competenza da acquisire e da trasmettere / insegnare.
In aggiunta il coaching (Career Coaching) inteso come affiancamento di un professionista che supporta / guida / stimola nel processo di ricerca di una nuova opportunità professionale di soddisfazione può essere uno strumento di facilitazione del processo di consapevolezza e di responsabilizzazione. Ecco quindi il ruolo di GoodGoing! e dei professionisti del suo network.
By the way, il libro si trova in libreria, su Amazon o similari e sul sito dell’editore: https://bookabook.it/libri/e-f...