Coach, counselor, mentor: cosa scegliere per cambiare lavoro al meglio?
Lavoro nell'ambito del mondo del lavoro da anni: prima perché mi sono mossa in tale mercato per cambiare lavoro e progredire e oggi perché il mio lavoro consiste nel supportare le persone che vogliono trovare il "loro" lavoro.
Per fare al meglio tale attività di consulenza, pur avendo un passato di consulente di direzione, mi sono "formata" con dei corsi specifici. Ho studiato il coaching. Siccome l'ho studiato anni fa da sempre sono abituata a vedere le differenze rispetto ad altri strumenti, proprio perché in Italia tali strumenti non sono ancora largamente diffusi e utilizzati o utilizzati da chi ne ha la preparazione e l'esperienza per farlo....
Il coach
Quando si usa la parola "coach" si pensa all'allenatore di calcio in Italia. In UK si potrebbe pensare all'autobus/pullman. Niente di male. Le analogie ci sono.
Il coach in ambito "professionale" è una persona che ti porta da dove sei ora a dove vuoi andare.
Ti fa fare chiarezza su dove sei ora. Ad esempio: ti piace il lavoro che fai, è in linea con i tuoi studi, è in linea con i tuoi desiderata, vedi degli sviluppi che ti piacciono, guadagni abbastanza, ...
Ti fa individuare il tuo obiettivo, dove vuoi arrivare nel breve-medio periodo. Ad esempio: vuoi guadagnare di più, vuoi gestire persone, vuoi cambiare sede o nazione, vuoi passare dalla tecnica al management, ...
Ti aiuta a capire come procedere, che azioni mettere in atto. Ad esempio: frequentare una scuola, un corso, migliorare una lingua straniera, attivare la ricerca di un nuovo lavoro, ricercare un ruolo diverso nella stessa azienda, sviluppare una competenze soft su cui puoi decisamente migliorare e che attualmente ti penalizza...
Ti supporta nel mettere in atto le azioni in concreto e nell'analizzare i riscontri oggettivamente in modo che passo dopo passo si arrivi alla meta.
Il mentor
Il mentore - per chi ha fatto gli studi classici - è l'amico a cui Ulisse affida il figlio, mentre va fare i suoi viaggi....
E' quindi un saggio, una persona affidabile in grado di guidare una persona più giovane in un percorso. Nel caso del Mentore di Ulisse, il percorso era la vita. Oggigiorno si può pensare più limitatamente alla carriera professionale in un'azienda o professionale, all'avventura imprenditoriale intrapresa per la prima volta...
Il mentore è una persona di riferimento che stimiamo e a cui ci rivolgiamo con i nostri dubbi e domande in tutta libertà per avere un aiuto, un consiglio. La differenza rispetto all'amico è che il mentore è per noi un riferimento sul tema in questione: è il nostro idolo, il nostro esempio, il nostro punto di riferimento, vorremmo diventare come lui... Ad esempio è un grande manager e noi siamo appena stati nominati manager, è un avvocato di grido e noi abbiamo pochi anni di esperienza, è un imprenditore che stimiamo anche come uomo e per i contributi che dà al territorio, alla società... e noi stiamo impiantando la nostra prima azienda.
Il mentor è sempre disponibile, ci stimola, ci risponde, ci "vuole bene".
E' un esperto nella tematica in cui ci guida.
Fa tutto gratis.
Il councelor
Il termine counseling (o anche counselling secondo l'inglese britannico) indica un'attività professionale che tende ad orientare, sostenere e sviluppare le potenzialità del cliente, promuovendone atteggiamenti attivi, propositivi e stimolando le capacità di scelta. Si occupa di problemi non specifici (prendere decisioni, miglioramento delle relazioni interpersonali) e contestualmente circoscritti (famiglia, scuola, lavoro).
– da Wikipedia
Il sostantivo counseling deriva dal verbo inglese to counsel, che risale a sua volta dal verbo latino consulo-ĕre, traducibile in "consolare", "confortare", "venire in aiuto".[1] Quest'ultimo si compone della particella cum ("con", "insieme") e solĕre ("alzare", "sollevare"), sia propriamente come atto, che nell'accezione di "aiuto a sollevarsi".[2] È omologo un altro verbo latino: consulto-āre, iterativo di consultum, participio passato di consulo, col significato di "consigliarsi", "deliberare", "riflettere".[3] Ciò pone il termine tra le forme del verbo italiano "consultare" come ricorso a competenze superiori per necessità contingenti.
– da Wikipedia
Il councelor è teso a far star bene la persona. Quindi anche in ambito lavorativo il suo intervento si applica alla persona che sta affrontando un periodo critico in cui magari contribuiscono temi familiari e professionali, oppure cambiamenti organizzativi o richieste particolarmente sfidanti, ... . Il councelor supporta la persona a vivere bene tali momenti, a metterli nella giusta prospettiva, a trovare le energie per andare avanti....
A completamento di quanto sopra consiglio la lettura di un articolo letto sulla newsletter www.pmi.it un po' di tempo fa. Dà una visone degli stessi strumenti in un'ottica aziendale. Buona lettura.