"Cigni selvatici" di Jung Chang
La Cina mi ha sempre attratto, che io sia la reincarnazione di una principessa cinese o banalmente di un contadino dello Yunnan?
Fatto sta che da giovane - dopo aver visitato un po’ l’Europa da studente e gli Stati Uniti d’America, quando ho iniziato a lavorare per una società di consulenza americana - il primo viaggio all’estero è stata proprio la Cina.
Era il 1988.
Non so esattamente perché la scelsi. So che tuttora mi affascina il fatto che la Cina sia una cultura millenaria, un mondo che al pari del nostro ha creato/inventato/prodotto meraviglie nelle arti e nella scienza.
Nel 1988 sono andata in Cina con Avventure nel Mondo, che ai tempi era veramente una (dis)organizzazione di avventurieri… Lo dico con affetto: ho girato il mondo con loro e ho incontrato alcune delle persone più importanti della mia vita.
L’anno scorso - dopo 30 anni - ho voluto tornarci per vedere il “nuovo mondo”. È lo scritture Yu Hua (“La Cina in dieci parole”) che dice che quello che noi (come Occidentali) abbiamo fatto in secoli (dal medioevo ad oggi) la Cina lo ha fatto in 4 decenni...
Ebbene, è vero, la Cina è cambiata.
Cina, un mondo
Del primo viaggio mi rimase impresso Guilin con le sue particolarissime montagne. Facemmo una gita sul Fiume delle Perle con una barchetta e vedemmo i pescatori che usavano i cormorani per pescare stringendogli il collo con un laccio per impedire che inghiottissero le prede, accostammo e visitammo villaggetti in cui la gente si sosteneva mangiando riso nelle ciotole…
Oggi anche i cinesi viaggiano per turismo nel loro paese, allora come oggi.
La stessa gita oggi movimenta 200 motonavi al giorno che ospitano ognuna almeno 100 persone… è cambiato un po’.
Nel cuore conservo la prima impressione di Guilin, nella mente sono felice che il popolo progredisca e le condizioni di vita migliorino anche per loro.
Se ai tempi scoprii la Lonely Planet, in questo viaggio più recente ho scoperto il libro “Cigni Selvatici”.
Quella di Lonely Planet fu una scoperta nel vero senso della parola: andai in Piazza Cavour a Milano, se non ricordo male, dove c’era una grossa libreria. Guardai le guide della Cina e, anche su suggerimento del libraio, scelsi “China – a travel survival kit”, essenzialmente perché avevo per le città la mappa con le indicazioni dei posti (da vedere, per dormire e per mangiare) scritti in inglese e in cinese. Pensai che sul luogo avere lo scritto in cinese sarebbe stato un vantaggio. Sul campo poi, mi accorsi che non tutti sapevano leggere…
Il libro "Cigni selvatici"
Oggi ho scoperto “Cigni Selvatici” su suggerimento di un amico del circolo di golf che va frequentemente in Cina per lavoro. Mi ha consigliato questo volume (in senso letterale!) che racconta la storia del Novecento della Cina. Nonostante la lunghezza è un romanzo avvincente e soprattutto è più che un romanzo: ha basi storiche validate dall’autrice che narra la storia della nonna, della madre e sua raccontando del suo paese e delle mille trasformazioni che l’hanno caratterizzato nel Novecento.
e GoodGoing! ?
Cosa vuol dire tutto ciò in termini di lavoro e di ricerca del lavoro? Vuol dire che per approcciare un paese, delle persone, una civiltà è meglio prepararsi, cercare degli strumenti per capire, per orientarsi, per comprendere il contesto come la Lonely Planet ai tempi e Cigni Selvatici oggi. Altrimenti tutto rimane in superficie e il turista dice che la Cina è bella, mentre il lavoratore che esce da un colloquio e pensa che il colloquio sia andato bene… senza aver capito nulla dell'organizzazione che ha incontrato.