"Buonanotte signor Lenin" di Tiziano Terzani
Buonanotte, Signor Lenin è il secondo libro che ho letto in corrispondenza di un viaggio, quello della Transiberiana. Il primo combinazione dello stesso autore – Tiziano Terzani – è stato “Un indovino mi disse” in occasione del viaggio in Indocina.
La Transiberiana
Mentre la Cina mi ha sempre attratto pur facendomi un po’ paura per via della sua storia del Novecento, la Russia mi ha sempre fatto paura. Non ne faccio questione di politica, ma di regime: i gulag, la Siberia, il regime dittatoriale, … Ciò nonostante ha vinto la voglia di conoscere, perchè uno dei modi di viaggiare è viaggiare per conoscere, per immergersi nelle realtà locali e quindi, superata la paura e dopo tanti bei viaggi, ho affrontato la Transiberiana … per conoscere. Non aspettandomi quindi un bel viaggio, ma un viaggio interessante.
Non molti sanno cosa sia la Transiberiana e quelli che dicono di saperlo pensano per la maggior parte ad un treno da favola che partendo da San Pietroburgo o da Mosca attraversa tutta la “santa” Russia arrivando … non si sa.
In realtà ai giorni nostri il treno è un treno normale, niente a che fare con l’Orient Express per dire, che effettivamente attraversa il continente russo.
Io ho preso questo treno alcuni anni fa per andare da Mosca a Vladivostock. In realtà non ho preso il treno per andare da un posto all’altro, ma per il viaggio nel vero senso della parola.
È un viaggio che bisogna organizzare in modo ufficiale: anche se l’URSS è storia, la Russia ha mantenuto la cultura “sovietica” in termini di controllo degli spostamenti dei turisti. Sai che sanno dove sali, dove scendi, dove alloggi, cosa visiti….
Detto ciò gli occhi li puoi usare per vedere le donne che portano i cibi precucinati alle stazioni di sosta del treno per venderli ai passeggeri che in alternativa hanno solo un ben misero ristorante a bordo: uno di quelli in cui il menu è ricco e la reale offerta è “singola” 😊.
I ravioli sono ripieni di patate o di altra verdura, per dire … della povertà.
Oltre gli Urali le città sono sovietiche nell’impianto e per il resto … diroccate.
La popolazione non ha tanta voglia di sorridere.
Le donne sono bellissime, gli uomini bruttissimi.
I musei locali vanno visitati - come suggerisce Terzani - anche se vanno dal naturalistico all’etnico passando per lo storico, il tutto anche solo in due o tre sale.
Le giornate attraverso la steppa … sono infinite. È meglio avere un po’ di libri nel bagaglio.
Vladivostok, la meta, è stata una base militare off-limits fino a poco tempo fa.
Nel viaggio di ritorno si sorvola la Siberia, si attraversano 9 fusi orari in un colpo in circa 9 ore: sono riuscita a leggere mezzo “Dottor Zivago”, anche con piacere. Avevo appena concluso “Buonanotte, signor Lenin” , che ho letto in senso contrario rispetto a come è scritto: Terzano parte dall’Amur che sta all’estremo est per arrivare a Mosca, io l’ho letto partendo da Mosca per poi arrivare a Vladivostock. La descrizione del periodo storico è molto interessante ma quello che mi è rimasto soprattutto è la descrizione del clima di quelle che diventeranno le ex repubbliche sovietiche e che non sapevo quasi esistessero. In quel viaggio ho visitato Yula e Kakazia (che nome, 😉), mentre solo quest’anno ho visitato l’Uzbekistan.
Quello che mi ha colpito è la burocrazia, il senso delle procedure senza senso e la crudeltà di tali procedure, etc. e perché mi ha colpito? Perché - anche se in Occidente viviamo in democrazia - in realtà nella vita di tutti i giorni delle aziende io ritrovo tale burocrazia e la trovo e la ritrovo anche se oramai sono nel mondo del lavoro da quarant’anni e di passi in avanti se ne dovrebbero avere fatti.
Purtroppo, ci sono ancora le aziende che mettono il dipendente troppo bravo nell’ufficio in fondo, le persone che credono di avere fatto carriera che ossequiosamente citano “la Direzione”, anche in una struttura di poco più di cento persone, nell’ambito dei servizi, … Aggiungete voi i vostri esempi!
Tutto ciò per dire che cosa? Che cambiare la cultura di un’azienda richiede degli sforzi notevoli e possibilmente fatti confrontandosi con l’esterno: un nuovo manager con una forte leadership, l’azzeramento delle prime linee, la leadership by example del primo in fila e anni molto intensi di implementazione della strategia. Mi sovviene un esempio: mi ricollego ad un altro libro che ho letto di recente anche se non come coach di viaggio, è quello di Sergio Marchionne e del cambiamento che quest’uomo è riuscito a fare in FIAT. A quando un Sergio Marchionne al posto di Putin? O a Sergio Marchionne come best practice di management nelle Università e in azienda?
Eccoli di nuovo: belli, forti, decisi. In tutto questo viaggio i soli uomini che ho incontrato felici, sereni, con una sicura visione della vita erano quelli dei monumenti.
– Tiziano Terzani